In My Name Above The Show Mostra Internazionale di Urban Art a Treviso 9 maggio al 30 Giugno 2024

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Treviso Eventi DAL 9 MAGGIO AL 30 GIUGNO 2024
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IN MY NAME. Above the show
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IN MY NAME. Above the show Mostra Internazionale di Urban Art 2024 treviso acquista biglietti
 
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MOSTRA INTERNAZIONALE DI URBAN ART a TREVISO


IN MY NAME. Above the show Mostra Internazionale di Urban Art

Ultimi giorni per visitare la prima grande mostra-evento internazionale
di Treviso che celebra l’urban art
e i suoi eventi collaterali
IN MY NAME. Above the show
alle Ex Ceramiche Pagnossin di Treviso

Apertura straordinaria tutti i sabati fino a mezzanotte

sabato 29 giugno
Urban World: lo stato dell’Urban Art oggi
talk sull’urban-art con
Martina Cavallarin Curatrice
Antonio Caruso Co Curatore
Made514 Artista e Direttore Artistico

domenica 30 giugno
In My Name Visual Art Call
Premiazione prima edizione del contest

Organizzazione e produzione Unlike Unconventional Events
A cura di Martina Cavallarin con Antonio Caruso
Direzione artistica Made514





2024 treviso IN MY NAME. Above the show Mostra Internazionale di Urban Art

IN MY NAME. INTERNATIONAL ARTISTS

IN MY NAME. INTERNATIONAL COLLECTIVE AND URBAN WORLDS

9 maggio - 30 giugno 2024, Treviso
19 luglio - 3 novembre 2024, Monopoli

IN MY NAME.
Above the show

 Una grande mostra-evento internazionale 
che traccia l’evoluzione dell’Urban Art
con 17 dei suoi artisti più significativi

BOOST | CENTO CANESIO | DADO | ETNIK | GIORGIO BARTOCCI |HEMO | JOYS | MACS | MADE514 | PEETA| PROEMBRION | SATONE |
SODA | V3RBO | VESOD | WON ABC | ZED1

Organizzazione Unlike Unconventional Events
A cura di Martina Cavallarin con Antonio Caruso
Direzione artistica Made514
Coordinamento culturale e scientifico Christian Leo Comis

SCARICA LE FOTO DELLA MOSTRA QUI


INFO E CONTATTI
IN MY NAME. Above the show
Dal 9 maggio al 30 giugno  a Treviso
- Open Dream Treviso, Via Noalese
Dal 19 luglio al 3 novembre a Monopoli(BA)
- Ex Deposito Carburanti, Via Arenazza
info@unlike.events

BIGLIETTI

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IN NY NAME. ABOVE THE SHOW
OPEANDREAM TREVISO
09 maggio 2024 / 30 giugno 2024

CALENDARIO EVENTI COLLATERALI

Info e biglietti
https://www.inmyname.art/eventi/

29 giugno
Urban World: lo stato dell’Urban Art oggi
ore 15.00-19.00
In My Name racconta i rami germinali di una pratica artistica dalle mille diramazioni:
un talk per capirla ed amarla ancora di più…
Con:
Martina Cavallarin Curatrice
Antonio Caruso Co Curatore
Made514 Artista e Direttore Artistico

30 giugno
In My Name Visual Art Call
La Premiazione della 1° edizione.
Il contest tra giovani visual artist si conclude oggi
con la proiezione delle loro clip e la proclamazione
del primo premio

IN MY NAME. Above the show, la grande mostra-evento internazionale che celebra la storia e traccia l’evoluzione dell’Urban Art, una delle correnti
più iperdinamiche dell
arte contemporanea,
sarà a Treviso fino al 30 giugno
e dal 19 luglio al 9 novembre 2024 a Monopoli (BA).

La mostra è organizzata da Unlike Unconventional Events con il patrocinio del Comune di Treviso e il Comune di Monopoli, e curata da Martina Cavallarin con Antonio Caruso, con la direzione artistica di MADE514
e il coordinamento culturale e scientifico
di Christian Leo Comis.
L’obiettivo di IN MY NAME. Above the show è fare
il punto sullo stato dell’Urban Art grazie alla presenza di artisti che sono i precursori di questa disciplina.
IN MY NAME è originalità di intenti, impronta
mai convenzionale e mai estetizzante, sempre
fedele a sé stessa e costantemente aperta
alla sperimentazione.

BOOST, CENTO CANESIO, DADO, ETNIK, GIORGIO BARTOCCI, HEMO, JOYS, MACS, MADE514, PEETA, PROEMBRION, SATONE, SODA, V3RBO, VESOD,
WON ABC, ZED1 sono
i più autorevoli artisti di fama internazionale che hanno segnato lo sviluppo dell’Urban Art in Europa. I discendenti di quella cultura ribelle del Graffiti Writing, emersa negli Stati Uniti mezzo secolo fa, improntata alla sperimentazione e alla rottura
dei vecchi paradigmi. Con una carica energica sorprendente hanno invaso le superfici delle città di tutto il mondo dando vita a una vera e propria corrente artistica che oggi vive negli spazi aperti come nei musei e nelle gallerie.

17 artisti, 155 fra tele e disegni, 2 opere in Virtual Reality, 18 tra sculture e installazioni, 5 video installazioni e proiezioni, più di 4000 mq di spazi espositivi tra Treviso e Monopoli, 23 eventi collaterali, 5 performance live, 1 contest per video maker,
2 bookshop con innumerevoli stampe, multipli
ed edizioni limitate, 1 catalogo e 159 giorni
di esposizione:

sono i numeri di IN MY NAME. Above the show.

Più di una mostra, è un vero happening che attraversa l’Italia in sei mesi, due città e due regioni, da nord
a sud
. Prima a Treviso, presso il complesso industriale rigenerato delle ex Ceramiche Pagnossin, poi a Monopoli, negli spazi dell Ex Deposito militare Carburanti.
Le creazioni inedite dei rami germinali dell’Urban Art
si esprimono mediante una grande varietà di opere: lavori inediti e site specific realizzati con tecniche poliedriche, dall’acrilico allo spray, dalla sabbia
alle lastre metalliche e trasparenti, dai labirintici teli appesi alla virtual reality, fino a sculture
e installazioni audio video di diverse dimensioni
e supporti
.

IN MY NAME è una presa di posizione, un atto
di presenza. Lo faccio nel mio nome, con il mio nome,
io sono qui e dichiaro me stesso.

Gli spazi scenografici intrisi della memoria storica industriale del Novecento si fanno palcoscenico partecipato e condiviso sul quale le opere dialogano con un ricco calendario eventi: performance, azioni time specific, discipline urbane come parkour, bike e skate restituiscono senso e substrato a una vera e propria avanguardia
in grado di riunire gioventù, periferie e minoranze
e influenzare profondamente l’immaginario collettivo
contaminandone tutti i campi, dalla moda alla musica, dal cinema alla fotografia, fino alla pubblicità.

In mostra i lavori sempre tesi al futuro e alla ricerca di nuovi stili, tra disegno e musica, di BOOST; i dipinti variopinti
con il cane dal lungo naso, marchio di fabbrica di CENTO CANESIO; le sculture che poggiano su sabbia di uno
dei padri fondatori del writing emiliano DADO; le silhouette misteriose e fluide di GIORGIO BARTOCCI; i voluminosi agglomerati geometrici urbani di ETNIK con i loro punti
di vista multipli upside down che spiazzano lo spettatore;
i “graffiti diversi” di HEMO fatti di tag, texture e pattern
di lettere che si combinano a forme organiche dai colori fluo; i labirinti impossibili di JOYS, dove nulla è lasciato
al caso; i dipinti dissacranti di MACS, con i suoi charachters ironici e grotteschi; il flow dinamico delle lettere
di MADE514 dove il nome prende il volo per scomporsi
in suggestioni orientali e psichedeliche; le sculture futuristiche di PEETA, conosciuto in tutto il mondo
per la sua capacità di ridisegnare illusoriamente i volumi delle superfici per provocare un’interruzione temporanea della normalità che sfida la percezione; l’opera in virtual reality e le tele di PROEMBRION, artista polacco
che con un rigoroso approccio matematico è in grado
di creare irresistibili illusioni rispettando rigide regole geometriche; la scocca di una vecchia Volkswagen
che assieme a una cascata di oggetti appesi compone l’installazione video del tedesco SATONE, che utilizza
i diorama per giocare dinamicamente con la percezione;
le forme tridimensionali ispirate all’Arte Cinetica e all’Op Art anni ’60 di SODA, che presenta un lavoro in collaborazione con il celebre digital artist britannico Alex Rutterford.
E ancora, il trittico di V3RBO che ragiona sul lettering tra realtà virtuale, graffito e post graffito, e la parete di fondo monocromatica dipinta in tonalità di nero con rulli e spray;  per finire, le tre installazioni di VESOD, che si concentra sulle trasparenze e unisce in una sola opera Arte Surrealista e Rinascimentale, realtà e finzione, passato
e presente; del visionario artista tedesco WON ABC, abilissimo creatore di mondi pittoreschi, popolati
da personaggi mostruosi che ricordano i dipinti di Goya, 
e di ZED1 che oltre a proporre un grande muro
Second Skin
con cui interagire, riunisce in un’installazione
i suoi universi surreali abitati da burattini umanoidi.

Molti e importanti i patrocini istituzionali:
Città di Treviso;
Città di Monopoli;
Università degli studi di Padova;
Dipartimento dei Beni Culturali di UNIPD: archeologia,
storia dell'arte, del cinema e della musica;
Politecnico di Bari;
Accademia di Belle Arti di Venezia;
Accademia di Belle Arti di Bari;
A.D.I. Puglia e Basilicata;
A.D.I. Veneto, Trentino, Alto Adige;
Veneto Film Commission.

ORGANIZZAZIONE
Unlike Unconventional Events è una società che progetta
e organizza eventi e mostre d arte moderna
e contemporanea e che sviluppa piani di lavoro
Arte / Impresa, atti a innalzare il valore dell azienda
attraverso il dispositivo Opera.

IN MY NAME LA MOSTRA

Il progetto di BOOST, declinato a una poetica
della memoria che prende il titolo di Memories from
the Future dal disco di Kode9 + The Space Ape, si svolge
su di una grande parete autoportante di 10 metri
di lunghezza, dipinta a spray dall’artista. Da un lato 4 grandi tele e una deflagrazione che porta con sé un vuoto materico, spazio di crisi del sistema creativo, ma anche
di nuove possibilità. Dall’altro lato una serie di storiche bozze di progetti urbani, fotografie in bianco e nero
dal sapore underground, illustrazioni che riprendono l’estetica mecha e che tutte insieme compongono l’immaginario dell’artista.

Un mosaico di 18 tele collocate sul grande muro industriale costituiscono la principale installazione dipinta site specific da CENTO CANESIO. La composizione dialoga con lavori
di grande e piccolo formato, completamente costituiti
da elementi vitrei realizzati in una fornace di Murano.
Altri dipinti dal caratteristico tratto minimale offrono
una sintesi della sua poetica. Tra le diverse famiglie di lavori esposte si affaccia reiterata l’effige di Canesio, l’alter ego
di CENTO con il quale l’artista compone la sua storica tag, dipinta a spray sulla parete.

Con la serie Anni ’90 - Il Gioco della Scena, DADO espone un bozzetto storico insieme a una serie di riproduzioni
che reiterano la stessa tag, declinata in varie grandezze
e differenti materiali. Dal polistirolo alla stampa FDM e DLP, sino alla grande installazione di sabbia che evoca il gioco universale del castello edificato con questo materiale effimero. La ripetizione ricalca ed esplicita l’atteggiamento del writer che insiste sull’ossessione della variazione
alla ricerca del proprio stile tra disegno e scrittura.

ETNIK crea un ambiente personale in cui svela una sintesi della sua ricerca focalizzata sulla città e il suo rapporto
con il Writing. Lavori di grandi e piccole dimensioni, materiali vari e diverse texture sono distribuiti su una parete dipinta con il motivo dei delineatori di curva stradale,
in comunicazione con le tele accolte sulla parete opposta.
Nel centro una scultura posta su un basamento
in verticale, agglomerato di solidi intersecati tra loro,
si impone monolitico riprendendo ancora una volta diversi materiali, dal cemento al legno al pvc, mentre un pannello
di oltre 4 metri di altezza accoglie un lavoro site e time specific.

GIORGIO BARTOCCI è l’unico writer che si firma
con il nome e la cui tag non ne riproduce uno pseudonimo, bensì uno dei suoi stilemi: il primitivo del futuro.
Sulle superfici delle sue tele appaiono e scompaiono
queste silhouette misteriose, forme organiche dilatate
e fluide che rimandano a elementi primigeni riecheggianti ricordi ancestrali. Lo spazio è arricchito da una macro installazione urban di 3 metri di altezza, preparata in atelier e assemblata e completata nello spazio espositivo.
L’opera è composta da una serie di lastre tridimensionali
in forex, dinamici e multiformi elementi che sprigionano
un innato senso di movimento sempre presente
nella ricerca ultra-contemporanea dell’artista.

In uno spazio da lui progettato, HEMO ci mostra attraverso molteplici supporti i suoi studi tra Lettering
e costruzione del Wild Style, texture e pattern. I lavori sono costituiti da due serie di inchiostri su carta dei 26 elementi dell’alfabeto, maiuscoli e minuscoli, due rotoli
di sei metri di lunghezza e due lastre a tecnica mista,
una delle quali accoglie il lavoro più simbolico e intimo proposto dall’artista: una sacca da lavoro svela appena
al suo interno bombolette spray, dote personale e collettiva degli autori della disciplina urban.

La grande installazione di JOYS consiste di un labirinto verticale di teli in pvc di oltre 4 metri di altezza appesi
ai tiranti del soffitto della fabbrica. Stampati con il suo caratteristico lettering, danno vita e forma a un totemico labirinto geometrico e percettivo, visibile da una prospettiva che coinvolge lo spazio mostra da differenti distanze.
La sua cifra stilistica si reitera poi su parete con delle lastre trasparenti sovrapposte e incise.

MACS si esprime attraverso una serie di dipinti, disegni
e bozzetti ironici e dissacranti, cui aggiunge una piccola installazione che consiste di una micro-scultura funzionante di una Vespa 50 costruita con i resti di 7 bombolette spray
e altro materiale di riuso.

MADE514 lavora su tre pareti con una complessa installazione formata da disegni in bianco e nero,
tele dalle forme sinuose e raffinate, una scultura
che sembra scappare dalla parete espositiva,
mentre un’altra è adagiata su di una ieratica base grigia, manufatto vitreo eseguito in una nota fabbrica di Murano.
Lo spazio scenico è un continuo alternarsi di suggestioni
e significati tra verticale e orizzontale, segno dipinto
e forme in costante evoluzione.

In linea con il suo lavoro levigato e rarefatto incentrato
sulle dinamiche percettive, PEETA espone due sculture
a cavallo tra le due e le tre dimensioni. L’una a parete
e l’altra su di un grigio monolitico piedistallo, creano
un dialogo con due dipinti le cui geometrie e prospettive
si proiettano nello spazio circostante.

PROEMBRION crea un ambiente a cavallo tra reale
e virtuale. La serie di tele inedite appese a trave in coppie speculari richiama la parete da lui dipinta e l’installazione
VR fruibile con oculus e joystick, che trasporta il visitatore nel mondo matematico concepito dalla mente dell’artista.

SATONE presenta una macro installazione tra scultura, video ed elementi di risulta. La scocca di una vecchia Volkswagen bianca accoglie sopra di se una stonehenge fluttuante: una deriva di objet trouvé recuperati dall’artista stesso. Griglie, grate, porte, sedie e bidoni incorniciano
e appartengono a una proiezione e a un sound che danno vita a una contro-realtà.

SODA racchiude la sua tela in una stanza buia, espandendo la forza del sound e delle proiezioni realizzata in collaborazione con il celebre digital artist britannico
Alex Rutterford. Il perimetro esterno dello spazio accoglie una tela realizzata a spray con una notevole libertà espressiva e altri sei lavori di piccole dimensioni dai tratti
più rigorosi che sintetizzano le forme tridimensionali ispirate all’Arte Cinetica e all’Op Art anni ’60.

Lo spazio occupato da V3RBO coinvolge il visitatore
a una riflessione sulle derive mediali che vanno dal Lettering passato a quello presente e futuro. Cinque lastre
in alluminio che riecheggiano ciascuna una lettera del nome dell’artista si confrontano con tre schermi che riflettono immagini a cavallo tra astratto e costruito.
Al centro una realtà virtuale è da esperire mediante oculus per un’immersione straniante e coinvolgente in un’altra realtà costruita con assoluta sapienza.

VESOD ha composto site specific Ghost in the Shell, progetto che narra il rapporto tra il nostro essere
e la realtà circostante sfidando il pensiero comune.
Sfidando il concetto dello spazio linearmente infinito,
l’artista indaga le suggestioni del reale, che sembra
svilupparsi secondo forme circolari basate su assunti
che vanno dalla serie di Riemann alla sezione aurea
alla teoria della relatività.

WON ABC ricrea un universo popolato da personaggi grotteschi in cui è inevitabile specchiarsi grazie
a una colonna di prismi collocata al centro della stanza
nella quale si sprofonda risucchiati dal suono della lava bollente. Attorno all’installazione centrale, centinaia
di micro-cubi esplodono e si espandono nello spazio circostante. L’invito esplicito dell’artista è quello
di entrare nel ventre dipinto e riflettere.

ZED1 propone due interventi. Una rivisitazione
di Second Skin invita lo spettatore a interagire con l’opera
al fine di svelare attraverso la sottrazione della carta
il grande disegno sottostante. Ai lati di quest’installazione due libri giganti, ciascuno con la copertina dipinta a mano
e le pagine popolate da una serie di stampe, illustrazioni 
e dipinti raffiguranti burattini umanoidi, tra scene di vita quotidiana e lo straordinario immaginario visionario dell’artista.

LA REDAZIONE DEL PORTALE NON RISPONDE PER EVENTUALI VARIAZIONI DI DATE E PROGRAMMA