TREVISO CA' DEI CARRARESI MOSTRE ED ESPOSIZIONI VITTORIO CARRADORE GUIDO PIGOZZI SABRINA FERRARI DAL 12 MAGGIO AL 11 GIUGNO 2017
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DAL 12 MAGGIO FINO AL 11 GIUGNO 2017
TREVISO
CA' DEI CARRARESI
MOSTRE ED ESPOSIZIONI
DAL 12 MAGGIO FINO AL 11 GIUGNO 2017
TREVISO CA' DEI CARRARESI
VIA PALESTRO 33
MOSTRE ED ESPOSIZIONI
INFO E PRENOTAZIONI
TEL 349 6171250
VITTORIO CARRADORE GUIDO PIGOZZI SABRINA FERRARI
curatore FEDERICO MARTINELLI INGRESSO LIBERO
APERTA TUTTI I GIORNI dalle ore 11.00 alle 20.00
VITTORIO CARRADORE
PERCORSO IMMAGINARIO TRA I SENTIERI DELL'ANIMA
Uno dei più apprezzati paesaggisti veneti contemporanei.
La mostra intende omaggiare il paesaggio veneto attraverso l’interpretazione pittorica di Carradore.
Circa cento opere, dalle intense cromie per un’esposizione avvincente, narratrice di dorsali e colline dal fascino coloristico unico. Prerogativa di Carradore, infatti,
è una tavolozza dai colori intensi e audaci in grado
di trasmettere sia l’energia coloristica delle avanguardie
sia la poesia nobile e delicata del chiarismo.
«Quello dipinto da Carradore è un mondo sereno,
sia nella raffigurazione della natura incontaminata
di dorsali, sentieri e campi, sia nel racconto di figure
e soggetti
che ritraggono il mondo contadino e artigiano
o scene
di vita familiare», il curatore Federico Martinelli
GUIDO PIGOZZI
IMPRESSIONI DISSOLTE
Uno dei più eclettici ed eterogenei pittori veronesi contemporanei. Olio, acrilico, ma anche smalti, ruggini
e altre colorazioni artificiali, oltre ai pigmenti naturali,
fanno parte dell’incessante ricerca pittorica di Pigozzi.
Un percorso artistico iniziato da paesaggista quasi
quarant’anni fa e che, negli anni, è andato mutando, modificando prospettive, soggetti, punti di vista,
all’insegna di una continua e sempre incessante ricerca.
Attraverso 150 opere, il mondo fresco e azzurro
delle colline veronesi, l’energia intensa dell’archeologia
industriale e la moltitudine coloristica, al contempo
energica, materica e libera, dell’astratto.
«C’è tanto sentimento, un amore primordiale che lega l’artista all’importante – ma ricca, variegata, mai banale – serie dedicata alla raffigurazione del Cementificio
di Tregnago, frazione dove l’artista è nato, ha vissuto
e dove risiede. Davanti a un’imponente tela che sembra
essere un Sant’Elia totalmente destrutturato – il futurista
dipingeva l’irruenza e la forza dell’industria – Pigozzi racconta sia il mondo attivo di fornaci e ciminiere,
sia l’abbandono. Poi l’astratto: monocromi blu, gialli, rossi, sempre più nel segno di una libertà senza pari. Fino
alla sfida finale. Nuove raffigurazioni che sono un pugno
nello stomaco – allegorie degne dei più straordinari
e provocatori artisti di ogni secolo – e che raffigurano
gli aspetti più tristi della nostra società, corruzione
e malaffare. Ma tutto è destinato, come sempre, a un primordiale positivismo. Allora, leggendo la didascalia, l’osservatore scopre che l’uomo fugge dalla corruzione
e dall’ingiustizia. La speranza c’è. L’emozione pure.
Ed è tanta!», sottolinea il curatore
SABRINA FERRARI
MODUS VIVENDI
Un percorso artistico iniziato da un amore profondo
per la cera e per il bronzo, materie dalle quali nasce
il modello e, successivamente, la fusione. Una carriera,
quella della Ferrari, iniziata in fonderia, accanto a grandi
maestri nazionali con i quali tutt’ora collabora.
Pur nella loro essenza ed esistenza multipla – troviamo ruggenti e aggressivi animali, danzatori e acrobati
nello slancio di un difficile esercizio circense, aggraziate
creature velate, figure maschili e femminili di imponente
quanto aggraziata presenza – il mondo scultoreo
di Sabrina è aggraziato e vive, comunque e sempre
in armonia. Nello slancio di una danzatrice, nel brutale
istinto di un toro, ippopotamo o tigre, nella linearità
semplice e aggraziata di un artista di strada, la materia
si sublima. Attraverso una quarantina di opere omaggia l’energia della scultura, fascino d’indubbia forza grazie
alla particolare resa e agli effetti cromatici che hanno consacrato Sabrina Ferrari a livello internazionale
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